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Metodologia CLIL: che cos’è e a cosa serve?

cos'è la metodologia CLIL
360Forma
2 Giugno 2022

Tantissime sono le metodologie di insegnamento che vengono applicate ogni giorno in ambito scolastico. Tra queste vi è la metodologia CLIL (content language integrated learning), approccio che sta prendendo largamente piede nelle scuole.

Tramite il CLIL è possibile integrare la propria materia con lo studio della lingua, consentendo allo studente di apprendere più facilmente l’inglese.

Ma non tutti gli insegnanti sono adeguatamente preparati per poter utilizzare il metodo CLIL. Bisogna, infatti, essere ben preparati e rispondere ad alcuni requisiti per attuare il CLIL a scuola.

Scopriamo meglio cos’è la metodologia CLIL e quali prerequisiti sono richiesti agli insegnanti in questo nuovo articolo di 360 Forma dedicato al mondo della scuola.

CLIL scuola, cos’è?

La metodologia CLIL nasce nel 1994 a opera di David Marsh e Anne Maljers. CLIL è l’acronimo di “content language integrated learning”, letteralmente “apprendimento integrato di contenuto e lingua”.

Esso consiste nell’utilizzo della lingua straniera nell’insegnamento delle materie scolastiche. In poche parole, l’applicazione della lingua a una disciplina non linguistica. Gli studenti, in tal modo, possono apprendere materie come storia, arte e via dicendo mediante le spiegazioni in lingua straniera.

Ciò permette di acquisire una duplice conoscenza.

  1. Da una parte, lo studio della materia è approfondito;
  2. Dall’altra, lo studente ha la possibilità di esercitarsi in maniera più considerevole con la lingua straniera, arricchendo anche il suo vocabolario di partenza.

All’interno della scuola italiana, l’utilizzo della metodologia ebbe un’impennata grazie alla Legge n.107 del 13 luglio 2015 (la cosiddetta legge della “Buona Scuola” di Renzi).

L’obiettivo formativo era quello di poter insegnare in maniera più efficace le lingue dell’UE durante le ore di lezione, anche non di lingua.

Ad oggi, solo un quarto delle scuole può ottemperare agli obiettivi presenti nella norma. Ciò è dovuto alle competenze richieste per poter applicare il CLIL a scuola.

CLIL: i principi fondamentali del metodo

Alla base della metodologia CLIL si trovano le cosiddette “4 C”, un modello pedagogico europeo che integra:

  • Content (Contenuto) – la disciplina oggetto di studio;
  • Communication (Comunicazione) – l’uso attivo della lingua straniera;
  • Cognition (Cognizione) – lo sviluppo del pensiero critico;
  • Culture (Cultura) – l’apertura alla dimensione interculturale.

Negli ultimi anni si è affermata anche una quinta C: Cooperation (Cooperazione), che valorizza il lavoro congiunto tra docente di materia e docente di lingua straniera, rafforzando la qualità della didattica integrata.

Perché scegliere il metodo CLIL: vantaggi per studenti e docenti

Il CLIL non è solo un metodo efficace per l’apprendimento delle lingue, ma anche uno strumento che rafforza le competenze cognitive e trasversali:

  1. favorisce la motivazione degli studenti grazie a contenuti autentici e stimolanti;
  2. potenzia il pensiero critico, la capacità di analisi e di problem solving
  3. migliora la comprensione dei contenuti disciplinari attraverso un’esposizione linguistica costante;
  4. prepara a un contesto scolastico ed europeo sempre più orientato alla mobilità e all’internazionalizzazione.

Per i docenti rappresenta un’opportunità concreta di aggiornamento professionale e di valorizzazione nel sistema scolastico.

Come si applica la metodologia CLIL nella pratica didattica

La metodologia CLIL può essere adottata a tutti i livelli scolastici – dalla scuola primaria fino all’università – e in diverse lingue straniere, come inglese, francese, tedesco o spagnolo, a seconda delle lingue studiate nel curriculum.

Per un’applicazione efficace, è fondamentale che il docente progetti il percorso didattico con attenzione, integrando obiettivi linguistici e disciplinari.

Alcuni consigli pratici per strutturare una lezione CLIL:

  1. Partire da un argomento familiare: scegliere un contenuto già affrontato in italiano nella disciplina non linguistica (DNL) e rielaborarlo in lingua straniera, magari esplorandone aspetti più specifici o avanzati;
  2. Utilizzare materiali autentici in lingua: oggi molti libri di testo propongono sezioni in lingua straniera, soprattutto in inglese. In ogni caso, il materiale non va tradotto, ma selezionato in funzione degli obiettivi didattici;
  3. Adattare i testi se necessario: quando i contenuti sono troppo complessi o lunghi, può essere utile semplificarli per favorire la comprensione e mantenere alta la motivazione degli studenti;
  4. Diversificare le attività: progettare esercitazioni e attività calibrate sui diversi stili cognitivi della classe, integrando strumenti visivi, mappe concettuali, audio e giochi didattici;
  5. Valutare sia il contenuto che la lingua: la verifica finale dovrebbe tener conto dell’apprendimento disciplinare e del progresso linguistico, in modo integrato.

Per mettere in pratica il CLIL, però, non basta la buona volontà: servono competenze linguistiche e metodologiche specifiche.

CLIL inglese o altre lingue, quale preparazione?

Non tutti gli insegnanti possono utilizzare la metodologia CLIL. Questo perché non tutti hanno la padronanza adeguata per poter utilizzare la lingua straniera abbinata alla propria disciplina di appartenenza.

I requisiti richiesti per poter utilizzare il metodo CLIL, che permettono anche all’insegnante di avere gli strumenti adeguati da dare agli studenti, sono:

  • Livello di conoscenza della lingua di almeno B2 o C1;
  • Aver frequentato un corso di perfezionamento universitario, quantificabile in 60 crediti formativi se si è insegnanti in formazione iniziale;
  • Corso di perfezionamento universitario di ulteriori 20 crediti formativi se si ricopre la posizione di docente in servizio.

Seguendo questo iter è possibile ottenere i requisiti necessari per essere abilitati a utilizzare la metodologia CLIL, come indicato dal MIUR. Quindi, è necessario individuare i giusti corsi di formazione per poter acquisire questa skill.

Come ottenere la certificazione CLIL e a chi è destinata

Per conseguire l’abilitazione all’insegnamento secondo la metodologia CLIL è necessario frequentare un corso di perfezionamento universitario riconosciuto dal MIUR. Si tratta di percorsi che uniscono teoria e pratica e hanno generalmente le seguenti caratteristiche:

  1. durano un anno accademico per un totale di 1.500 ore e 60 CFU;
  2. vengono erogati in modalità online su piattaforme flessibili e accessibili 24 ore su 24;
  3. includono sessioni d’esame su tutto il territorio nazionale;
  4. rilasciano una certificazione valida ai fini dell’insegnamento in lingua straniera.

Chi può accedere a un corso CLIL?

Questi percorsi sono pensati per diverse categorie di aspiranti o attuali docenti:

  • insegnanti di discipline non linguistiche nelle scuole secondarie di secondo grado;
  • docenti di lingue straniere nelle scuole secondarie di primo e secondo grado;
  • maestri della scuola primaria che vogliono sperimentare approcci innovativi;
  • neolaureati o diplomati interessati a entrare nel mondo della scuola;
  • professionisti del settore educativo e formativo.

La certificazione CLIL può essere un requisito determinante per l’accesso a concorsi pubblici, l’insegnamento in scuole italiane o straniere e per l’aggiornamento delle GPS.

CLIL e graduatorie GPS: il punteggio per i docenti

L’acquisizione della certificazione CLIL può incrementare il punteggio nelle GPS, le graduatorie per le supplenze. In particolare:

  • un corso CLIL da 60 CFU, abbinato a una certificazione linguistica di livello C1, può valere fino a 9 punti;
  • un corso da 20 CFU, dedicato ai docenti già in servizio, può contribuire con 3 punti;
  • anche un corso CLIL senza certificazione linguistica può attribuire 1 punto, utile ai fini dell’aggiornamento professionale.

Per ottenere il massimo punteggio è necessario che il titolo sia rilasciato da enti riconosciuti dal MIUR e conforme ai requisiti previsti dal sistema scolastico nazionale.

La metodologia CLIL è efficace e sempre più valorizzata nel mondo della scuola: arricchisce l’apprendimento degli studenti e aggiorna le competenze dei docenti.

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